2008年04月19日

Blanc: Mai come Moratti.

「我々のティフォージはトリノから100キロ向こうにある2つの非常に強く裕福なクラブとユーヴェが違うことを知っている。
モラッティは過去5,6年で10億ドルを使い、またベルルスコーニはミランの資金繰り対策に問題を持たない。
彼らは欲しい選手がいれば買う、しかし我々は違う。
またユヴェントスのティフォージはクラブがそういったやり方をしないで、
限られた予算の中で高い競争力を持っていることを誇りにしている。
モラッティとベルルスコーニが20年いなければインテルとミランはどうなるだろうか?アブラモヴィッチのチェルシーにも同じことが言える。
なので我々のモデルはマンチェスター・ユナイテッド、アーセナル、レアル・マドリード、バルセロナだ。」

「カルチョポリの余波がどれだけネガティブだったとしても、セリエBでの1シーズンは有益でもあった。
それは我々は誰に頼ることができ、誰がそうではないかを確かめるのを助けた。
私は3位であることに驚いていない、シーズン最初からの目的がチャンピオンズ出場枠内だったからね。
本当のチャレンジはその枠のどこで終わるか、つまり1位から4位の間のどこに達することができるかだった。
私は2006年のレベルまでチームを復興するのに5年かかるだろうと言ったし、そうなるだろう。
しかし再び勝つ限り、希望はできるだけ早く起こることだ。
そうするために我々はカンピオーニと我々の育てた若い選手がうまくミックスすることが必要だ。
この前の金曜に私はユースの監督と全て会い、我々の優先事項が変わっていないことを再度思い出させた。
我々はロナウジーニョを買うのではなく、自分たちで育成したい。
ローンに出している選手が熟せば戻すし、ジオヴィンコやマルキジオのように
もう既にユヴェントスのユニフォームを着る準備ができている若者もいる。」

Blanc: "Moratti ha perso oltre un miliardo, noi no."
"I nostri tifosi devono essere fieri della Juve che resta competitiva senza aiuti."

MONSIEUR Blanc, per la Juventus è un buon inizio di primavera. Pensi, un anno fa la Serie B era ancora da conquistare...
"Sono sincero, nella negatività della situazione, l'anno in serie B comunque è servito. A me personalmente, intendo. È stato utile per individuare gli uomini su cui appoggiarsi e quelli che non erano così... duri da diventare pietra d'angolo. Insomma su chi potevo contare e su chi no, in società e in squadra."

Quindi non tutti i mali...
"Beh, ci sono ricordi poco carini. La prima cosa che mi viene in mente, ad esempio, è la beffa di Mantova. Eravamo tranquilli, abbiamo conosciuto un presidente molto simpatico, poi abbiamo subìto gol e tutti i fotografi e i giornalisti si sono accalcati nelle nostre vicinanze. La prima sconfitta della Juventus in serie B faceva scalpore e lì ho realizzato che certi giocatori di fronte alle nostre maglie avrebbero disputato partite uniche nella loro carriera."

Non siamo ai bilanci definitivi, per carità, ma sia sincero: il terzo posto la stupisce?
"No, perché immediatamente ho messo nel mirino la Champions League, cioè la possibilità di entrare tra le quattro migliori: la sfida era stare più vicino alla prima che alla quarta."

Ma Ranieri ha parlato di obiettivo Uefa: c'è qualcuno che racconta bugie?
"Nessuno e a freddo sono felice di poter chiarire questo equivoco. Con Ranieri mi sono incontrato a casa mia quando la serie A era raggiunta ma non avevamo la sicurezza che i nostri big sarebbero rimasti. In quelle condizioni si è parlato di un traguardo minore però dopo, con le conferme di Buffon, Camò (cioè Camoranesi), Trezeguet e Del Piero, le prospettive sono radicalmente mutate. E Ranieri ne ha preso atto."

Nel girone di ritorno avete battuto Inter, Roma e Milan: cosa significa?
"Che non è solo una questione di grinta. Eppure continuo a sentirne parlare. Grinta, grinta, grinta... Non è vero, anche il livello tecnico è eccellente, come il livello fisico. La gara contro l'Inter, soprattutto, ha dimostrato che la Juventus è lì...."

Allora cosa manca per vincere lo scudetto?
"Le rispondo così: 11 punti. Quelli persi con Reggina, Napoli, Parma all'andata e Cagliari."

Si sta rimangiando la famosa previsione dei cinque anni necessari per tornare a vincere?
"Il mio ragionamento era diverso: cinque anni per ricostruire lo squadrone del 2006, che era stato composto pezzo dopo pezzo nel corso del tempo. Quanto a tornare a vincere, spero che succeda prima. Ma affinché succeda c'è bisogno di avere una formazione all'altezza, un mix di campioni e di giovani. Venerdì scorso ho avuto un incontro con tutti i responsabili del settore giovanile: ho ricordato loro che le nostre prospettive non cambiano, Ronaldinho noi non lo compriamo ma vogliamo costruirlo in casa."

I giovani, già...
"Alcuni restanno fuori per maturare, altri come Giovinco e Marchisio sono pronti per indossare una maglia pesantissima, la maglia della Juventus. L'età media della squadra deve essere di 26 anni."

Un passo indietro: chi rimpiange di aver venduto in quella terribile estate del 2006?
"Mutu."

La Champions League cosa rappresenta?
"Più della visibilità e del riscontro economico mi piace sottolineare un dato di fatto: 21 mesi fa rischiavamo la serie C, ora siamo tra le nobili d'Europa. I capelli bianchi mi sono venuti per questo, sa? Siamo stati veloci a risalire, senza dimenticare che però in Champions League abbiamo il dovere morale di rimanere. Adoro un paragone con il Tour de France: sono cominciate le salite, adesso ci attende l'Alpe D'Huez e il Galibier."

Non è indispensabile un master in psicologia per immaginare che i tifosi dopo due stagioni di assestamento vi chiederanno di vincere...
"Alla nostra gente voglio fare un ragionamento chiaro anche se poco facile da digerire. Desidererei che capissero. Cosa? Ecco, che a cento chilometri da Torino ci sono due club fortissimi e ricchissimi. Moratti, in cinque o sei anni, ha perso un miliardo di dollari, Berlusconi non ha problemi di liquidità, se vuole comprare un giocatore paga... Noi no. Ma i sostenitori della Juventus devono essere orgogliosi di avere una società che sta in piedi pure sotto il profilo del bilancio senza abbassare il proprio coefficiente di competitività. Mi domando: tra vent'anni, il giorno in cui non ci sarà più Moratti o non ci sarà più Berlusconi, Inter e Milan che fine faranno? Guardi, è lo stesso discorso di Abramovich con il Chelsea. Il nostro modello sono Manchester United, Arsenal, Real Madrid e Barcellona."

Ma i soldi ci sono, alla Juventus?
"Ci sono perché li generiamo noi. Questa è la sfida più impegnativa e affascinante."

Per quale mercato conviene attrezzarsi?
"Miglioreremo la qualità. Due o tre acquisti di livello, credo."

Più i parametri zero alla Mellberg...
"Contesto la logica che è più forte chi spende di più. Ritengo di maggiore difficoltà individuare e contrattualizzare giocatori in scadenza piuttosto che aprire il portafoglio e scucire denaro. La lista degli svincolati ce l'hanno tutti. In questo senso il nostro Secco ha lavorato bene con Salihamidzic e Grygera. E con Mellberg."

Nella lista delle occasioni c'è anche Flamini?
"Certo che c'è."

Sissoko l'avete pagato, però.
"Soldi spesi bene. Contro il Milan è rientrato in campo nonostante non avesse più pelle sulla tibia, carne viva dopo l'intervento di Bonera. Sa cosa vuol dire? Possedere il coraggio di un leone, avere cuore."

I simboli di questa Juventus?
"Lui, Buffon che gioca con il mal di schiena, Del Piero che non finisce di stupire, Camoranesi che è immenso, Nedved che non molla mai, Trezeguet che segna ed è diventato un leader nello spogliatoio. Ma non dimentico Chiellini e Legrottaglie."

Il rinnovo di Camoranesi e Nedved?
"Camò è uno dei pilastri di cui parlavo prima, quindi... Nedved dipende da Nedved: se se la sente... Pavel ha voglia di disputare ancora la Champions League."

Un aggettivo per Ranieri.
"Non un aggettivo ma una considerazione: è un allenatore esperto che ha portato a Torino il suo background e il suo staff. E che ci mette la faccia."

Lippi rimpiange di aver rifiutato la vostra offerta...
"Credo sia davvero dura rinunciare alla Juventus. Non saltare su un treno che non ripassa non è semplice, è una decisione terribile."

Sorpreso che Deschamps sia a spasso?
"Non ora. Lo sarò se non troverà una panchina per la prossima stagione. Ma la Francia lo aspetta, vediamo cosa farà Domenech all'Europeo."

A proposito, lei Del Piero lo convocherebbe in Nazionale?
"Da francese mi auguro che Donadonì non lo faccia, così abbiamo più chance di battervi. Ma ritengo che l'Italia con Del Piero sia più forte."

Perché il titolo Juventus è schizzato in Borsa?
"Per lo stadio e perché gli investitori hanno capito la bontà del nostro progetto, dal settore giovanile in avanti. Noi diciamo e facciamo."

E i facoltosissimi russi?
"Mai sentiti. Ma se qualche straniero intende comprare le nostre azioni non ho remore. La Famiglia resta il principale azionista, sul flottante non esistono vincoli. Ognuno verrà trattato con masismo rispetto."

Il suo rapporto con John Elkann?
"Molto professionale, parliamo spesso, condividiamo le scelte importanti."

Parlate come?
"Il 90 per cento delle volte in francese."

Il suo rapporto con i tifosi?
"Non dimentico mai di essere fortunato a occupare questo posto in questa società. Mi piace ringraziare la gente per l'affetto e l'amore che riversa sulla Juventus. Cerco di essere soprattutto aperto con i bambini, anche se so che non è facile convincere uno a uno 14 milioni di persone."

Non hai mai pensato: ma chi me l'ha fatto fare?
"Le garantisco che i primi sei mesi sono stati un calvario. In effetti, ho vacillato, tornavo in albergo a mezzanotte, mangiavo un piatto di pasta da solo e mi chiedevo se sarei riuscito a mettere ordine dove regnava marasma. Adesso la situazione è diversa, più serena."

Quanto resterà?
"Almeno cinque anni, la durata del progetto. Poi vedremo, sto trascurando molto la famiglia."

La infastidisce quando lei, Cobolli e Secco venite etichettati come la Nuova Triade?
"No. Non parlerò mai male del passato, però a mio parere ora la Juventus non è più solo tre persone ma un gruppo di lavoro."

Cosa la appaga di più? La Champions o lo stadio?
"Una senza l'altro avrebbe abbassato l'impatto di visibilità."

Antonio Giraudo concepiva la Juventus come una entertainment company...
"Io come una sport company. La parte agonistica è preminente, noi vogliamo vendere bene il prodotto Juventus pure all'all'estero e sotto tutti i profili, innanzitutto quello televisivo. Il nostro spettacolo non deve durare solo il tempo di una partita ma deve essere un'esperienza coinvolgente per tutta la famiglia. Ecco perché il nuovo stadio prevede attività ludiche e commerciali che durano sette giorni su sette. Altrimenti la gente va al Lingotto e non viene da noi."

La vecchia Juventus non ha chiuso per lo stadio dopo dieci anni di fatiche, voi in un anno e mezzo avete messo nero su bianco...
"Più bravi? Non lo so. Però so che abbiamo trovato disponibili le autorità cittadine per cambiare radicalmente lo stadio, cioè per abbatterlo, e abbiamo dato corpo ai nostri piani. Forse Torino si è resa conto che la Juventus è preziosa e non va snobbata. Tornando allo stadio, non sarà un castello in mezzo alla città ma un polo di integrazione con il quartiere. I nostri tifosi non sono clienti da spiumare, persone ai quali sfilare soldi, ma amici da coccolare. L'ho imparato al Roland Garros e al Tour de France, dove per di più la gente non paga: il tifoso va rispettato. Comunque, il primo colpo di piccone è previsto per l'aprile del 2009, la fine dei lavori per il 2011. Nel mentre amplieremo l'Olimpico, siamo in contatto con il Prefetto per abbassare le barriere di cristallo."

Lei gioca bene a tennis, è 20 di handicap a golf: altre passioni?
"Di recente ho percorso 3000 chilometri in moto in Argentina. Ma non è una passione."

Casa sua dov'è?
"Una volta era a Parigi, adesso a Cannes. E poi Torino. La Juve, già...."

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