カペッロ、パッローネのミダース王
彼は異なる4つの街でスクデットを獲得した。
彼は勝利のメンタリティーと競争力の高い怒りを保障する。
戦略家、マネージャー、彼のチームは決して諦めない。
カペッロはプレシーズンに話した。
「私のフットボールにおける哲学はボニペルティとリンクされる。
私は以前、最も重要なものが結果かどうかを彼に尋ねた。
彼はそれが最も重要なものではないが、唯一の根拠だと答えた。
したがって勝利すればフットボールを楽しむことができると思う。
私は結果で私を判断してくれるようティフォージに求める。」
MILANO, 20 maggio 2005 - Ha calato il poker. Niente bluff, sul tavolo c'erano quattro scudetti. Vinti in altrettante città. Una mano da record per Fabio Capello, capace di conquistare il tricolore anche con la Juventus, dopo le vittorie con Milan, Real Madrid e Roma. Un allenatore per tutte le stagioni, da bosco e da riviera, capace di laurearsi campione d'Italia nell'industriosa Milano, nella caliente Madrid, nella passionale Roma e nell'ovattata Torino.
Vincente. Fabio Capello rifiuta i motti alla De Coubertain così come si scaglia contro l'abuso (opportunista) del fair play. Per lui partecipare è solo un modo per vincere, non ci sono alternative. E condanna le pantomime ipocrite della restituzione del pallone dopo che professionisti superallenati stramazzano a terra per guadagnare tempo. Siamo seri. Come lui.
Concreto. Lui come le sue squadre, che si somigliano tutte anno dopo anno: rocciose, mai dome, con una fisionomica tattica sobria e ben delineata. Pochi svolazzi di fantasia, tanta sostanza. E un'anima, una comunità d'intenti verso l'obiettivo comune: la vittoria. Da inseguire con grinta e perfezionismo.
Manager. Più ancora che un allenatore. Gestisce gli uomini a sua disposizione, o ancora meglio "le risorse umane", suona più asettico, così non si rischia di concedere nulla ai sentimenti. E allora fiducia ad uno zoccolo duro di fedelissimi, "purghe" a chi non fa parte del suo progetto, a prescindere dal nome più o meno illustre. Così dà fiducia, ripagato, a Thuram centrale e al nuovo acquisto Cannavaro, dato da molti per finito, punta tutto sul talentuoso, ma acerbo Ibrahimovic. Invece Legrottaglie e Tudor fanno le valigie, i senatori Ferrara, Montero e Tacchinardi restano ai margini dell'11 titolare, e la bandiera Del Piero diventa solo uno dei tanti.
Decisionista. Si prende le sue responsabilità nel bene e nel male. A muso duro, senza accettare compromessi. Così in estate pretende la conferma di Trezeguet, già in partenza, e non si fa problemi a sostituire Del Piero 28 volte. La simpatia? Nel privato. Meglio antipatici, ma vincenti che simpatici e con la bacheca vuota. E i tifosi bianconeri, che tante volte in stagione hanno inneggiato al suo predecessore Lippi, lo stanno imparando a rispettare per i risultati.
Insaziabile. Ottenuto un successo pensa subito a quello successivo. La filosofia di Capello è semplice: la vittoria più bella è sempre la prossima. Ottenuta la supremazia nazionale nonostante un super Milan, adesso ha più che mai nel mirino la Champions League. L'esultanza inusuale dopo la qualificazione ai danni del Real Madrid è lo specchio della sua anima: è andato alla Juve, parole sue, per legittimarne la "dimensione europea": la coppa con le grandi orecchie è un'ossessione per i tifosi bianconeri, ma anche il suo primo grande obiettivo per la prossima stagione.
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