Stile Juve

 DA MALESANI A PRANDELLI E RANIERI, TUTTI D'ACCORDO SUL COLPO DI MOGGI
«Mutu in bianconero tornerà grande»
Parlano gli ex allenatori del romeno: «E' anche un bravo ragazzo»

Per tesserare Adrian Mutu e utilizzarlo nelle ultime partite della stagione la Juve dovrà disfarsi al più presto di Tudor o di Montero per liberare un posto nella quota degli extracomunitari di cui dispone: è l'unica nuvola passeggera sul contratto dell'attaccante romeno, che ha firmato fino al 2009. Luciano Moggi infatti cederà Tudor in Inghilterra (forse al Southampton), accontentando il difensore che se rimane a bivaccare nella Juventus di Capello, oltre alla ruggine nelle giunture già delicatissime rischia di perdere pure il posto nella Nazionale croata. La cessione di un extracomunitario rafforza la tesi che il club bianconero punta su Mutu per il futuro, nonostante le voci di uno scambio con Cassano a fine stagione. «Adrian giocherà nella Juve dopo la squalifica - assicura Alessandro Moggi, figlio del direttore generale bianconero e manager del giocatore -. Non l'hanno preso per farne una pedina del prossimo mercato».

Le nubi legate al carattere, per così dire, effervescente di Mutu non appaiono invece un problema. A sentire gli allenatori che lo hanno gestito in Italia è come se le storie di donne e di droga che inseguono il ventiseienne sex symbol del calcio europeo fossero ritagliate su un personaggio inesistente. «Si fa presto a condannare», dice Alberto Malesani, che lo ebbe a Verona. Si farà anche presto ma le storie piccanti e la cocaina non le abbiamo inventate noi. «Forse Adrian ha commesso degli errori quando è andato al Chelsea ma veniva da una situazione famigliare che lo aveva provato e sballato». E' un'opinione condivisa da Claudio Ranieri, che lo ha allenato proprio nel club londinese. «E' un ragazzo d'oro, non posso che parlarne bene come professionista e come giocatore. Deve soltanto diventare più tranquillo - sostiene il tecnico oggi al Valencia -. A Londra è caduto in compagnie sbagliate in una città che può indurre in tentazione. Lui stava vivendo un momento difficile e, dopo i primi mesi in cui tutto filò liscio, fu bloccato da piccoli infortuni che lo tolsero di squadra. Avevo altri giocatori importanti nei ruoli di attacco».

Così andò incontro al fallimento, che il nuovo allenatore del Chelsea, Mourinho, rese definitivo. Mutu, a Londra, non si sentiva apprezzato. La separazione dalla moglie, l'attrice Alexandra Dinu, ex miss Romania, lo aveva frastornato: nei mesi del matrimonio e della nascita del figlio, che coincisero con la sua esplosione nel Parma, Adrian aveva raggiunto un equilibrio, il naufragio di quel legame lo turbò, passò da un flirt all'altro. Nacquero gli scandali documentati sui tabloid inglesi. In realtà i suoi amici dicono che vorrebbe riavvicinarsi alla ex moglie e che nella scorsa estate abbia cercato di convincere Prandelli a portarlo alla Roma, dove Alexandra era impegnata a girare un paio di film. «Ora l'ho sentito più sereno e determinato», confida Malesani per il quale il romeno «è una formidabile seconda punta, che ama partire da sinistra per accentrarsi a cercare il gol. E' anche un ragazzo molto intelligente e sveglio, l'unico che abbia mai visto segnarsi su un diario i dettagli degli allenamenti, perchè, mi spiegava, in futuro vuole fare l'allenatore».

Di ottima famiglia e di buoni studi (è iscritto a Giurisprudenza), Mutu è in effetti un personaggio più sensibile e raffinato di quanto non mostrino le cronache scandalistiche. Sacchi, che non lo ama, cercava di farlo parlare il meno possibile con i giornalisti proprio «perchè fa la figura di essere intelligente». Con lui si può discutere di teatro e di letteratura, non soltanto di calcio, playstation e donne vistose come con altri suoi colleghi. «Se ritrova la stabilità nei rapporti affettivi torna ad essere un grandissimo giocatore, come al Parma».

Ne è convinto Ranieri, ne è sicuro Prandelli, l'allenatore con cui ha legato di più. «Adrian è un bravissimo giocatore, facile da gestire perchè capisce al volo cosa si vuole da lui - spiega l'ex tecnico parmigiano -. Quando ho visto cosa combinava a Londra mi sono stupito, però non bisogna essere duri nel giudicarlo, nessuno sa cosa passi esattamente nella testa di un ragazzo così giovane. Il talento è enorme. Non ho mai visto un attaccante esterno così bravo, lo avvicino solo a Cassano: quello il suo ruolo, con una punta in area che sfrutti le sue intuizioni. A Parma lo utilizzavo con Adriano e Nakata». A Torino, troverà Trezeguet e Ibrahimovic o Del Piero. Non casca male.